L’amore, la strada, quello che succede mentre aspettiamo e la vita. Dentro La Vita Veramente, l’album di esordio di Fulminacci, cantautore romano classe 1997, c’è un saliscendi emotivo e di argomenti che si lega perfettamente alla parte musicale che accompagna le parole piene di corpo di uno degli esponenti dell’ItPop (non indie, ItPop) che quest’anno ha calcato il palco di Sanremo.
Ma tutto comincia prima di Sanremo e l’invito all’ascolto non può non venire dall’esperienza vissuta sulla pelle.
Questo disco, che è uscito nel 2019, mi è passato liscio sotto il naso. Non me lo son filato neanche per sogno.
Anzi. Sentendo il nome “Fulminacci” ho pensato: “eh no eh, mo un altro con uno di questi nomi strani tipo Calcutta e Gazzelle. E dai!”. Nel 2019, evidentemente, l’anima di un boomer si era impossessata del mio corpo. Probabile che abbia anche fatto qualche critica sconnessa ad Achille Lauro.
Mi dissocio da me stesso ma a mia discolpa devo dire che quell’anno è stato funesto, nonostante non fosse bisestile.
Passano i mesi, riprendo possesso delle mie facoltà mentali e succede che a fine 2020, che pure quello, come sappiamo, è stato funesto ma per altri motivi, all’ormai famoso programma Una pezza di Lundini vedo ospite Fulminacci che, dopo un’intervista surreale e una scheda dello Sgargabonzi con la celebre frase “Disco buono, poi uno può dire preferisco Different Class dei Pulp, per carità, sono corde personali. Però disco solido.”, canta coi bravissimi Vazzanikki Barbara di Enzo Carella. Bum! Un momento pazzo.
Fammi cercare su Spotify…
Fosse stato un CD o una cassettina l’avrei consumato/a dopo una settimana, proprio la settimana successiva alla sua partecipazione alla Pezza.
Un disco che mi è entrato dentro, nonostante non vada pazzo per la musica italiana ma musicalmente sono volubile, mi faccio guidare dall’umore, dal momento e proprio per questo voglio fare un viaggio attraverso le tracce.
Mentre ascolto Davanti a te rimango spiazzato da un certo entusiasmo giovanile nei confronti dell’amore, dell’amicizia, che i miei 37, quasi 38 anni non mi dovrebbero regalare, ma che incredibilmente mi entra dentro
Come se, davanti a te, Io mi potessi dimenticare delle paure che fanno male all’esistenza e l’esigenza di avere chiare le prospettive certificare le aspettative era il mio limite rispetto a te
Prosegue con il pezzo che da il titolo al disco, La vita veramente che è davvero un manifesto generazionale, della generazione successiva alla mia. Un testo che fa un po’ tornare indietro e che ti fa ripensare a quanto fossero acerbe le idee di chi si sta tuffando nel mondo e che non vede l’ora di prendere una posizione.
Entra tra noi Tommaso, in un triangolo, quadrangolo, amoroso parecchio bizzarro e scanzonato di chi deve davvero vivere tutte le esperienze della propria vita.
Seguono le due tracce che più lo avvicinano alla scena romana facendolo sembrare il fratellino minore di Daniele Silvestri, Borghese in Borghese e Resistenza, due pezzi veramente cantautori con un messaggio: la ricerca di un centro di gravità permanente. Per un ragazzo di 23 anni direi che ci sta benissimo e fa capire quanto potente potrà diventare la sua scrittura.
I nostri corpi sono solo involucri costosi di qualcosa che non ha importanza, la vita è solo la manutenzione di una circostanza si ripete in I Nostri corpi e ci porta forse verso il pezzo più pop del disco, Al giusto momento che, per l’appunto, è il più ascoltato del disco. Il pezzo più impostato e che ha fatto da testa di ponte per far conoscere tutto il resto dell’opera.
Ma basta con sti suoni patinati, andiamo a fare una gita fuori Roma e suoniamo inisieme davanti a un falò improvvisato con La soglia dell’attenzione che, sopratutto in questi periodi di reclusione a singhiozzo, è aria pura.
Ma tornando a casa, col tramonto sugli occhi, la ballata finale, piena d’amore e sogni verso l’altra o l’altro, a seconda di chi ascolta, che si intitola Una sera mette il punto su un’età che è da godere ad ogni sorso ma non si può fare come ti pare tra un po’ non avrai più vent’anni e la vita diventa un mestiere.
Un disco pazzo, con ogni pezzo che è un piccolo manifesto generazionale e che potrebbe essere un singolo senza mai entrare in un disco. Quando entrano tutti insieme però danno vita a un mix di stili che non stonano mai l’uno con l’altro. Mai uno scimmiottamento o un “plagio” all’artista d’ispirazione. Fulminacci sembra avere enorme personalità e non omologarsi alla nuova wave del pop italiano che troppo spesso conquista al primo ascolto e che fa in fretta a farsi dimenticare.

- Davanti a te
- La vita veramente
- Tommaso
- Borghese in borghese
- Resistenza
- I nostri corpi
- Al giusto momento
- La soglia dell’attenzione
- Una sera