“The ultimate cotribution of sound art: to make audible the very promise of noise to deliver the unknowable” [B. LaBelle, Background Noise, perspective on sound art]
C’è una promessa insita nella cosiddetta noise music, una promessa rivoluzionaria, insorgente, di poter suonare tutto, o meglio tutt, nella nostra costituzione sonora.
La musica come “organizzazione di suoni”, idea sostenuta da Varese e rilanciata da Cage, è una favolosa definizione, che pone però ancora l’organizzatore in una dimensione altra, su un altro piano, rispetto appunto ai suoni; e quando i suoni sono materialmente i corpi di persone, animali, soggetti e soggettività, questo iato fra l’artista e il suo materiale diventa un invalicabile muro che, lungi dal secolarizzare finalmente la possibilità di fare musica, divide nettamente chi organizza e chi verrà organizzato.
Rimane qualcosa di inconoscibile all’organizzatore, che supporrà i suoni sempre a propria disposizione, e anche l’aleatorietà di un tiro di dadi può essere incastrata e decodificata in una significanza, se il tavolo è quello verde di un casinò. La necessità di organizzazione è sempre vera, ma solo per il croupier.
E se i dadi volessero anch’essi giocare? Dovremmo immaginare un mondo dadico in cui le percezioni, i desideri, i concetti stessi di gioco, organizzazione, composizione avvengono attraverso modi altri, non-umani eppure assolutamente presenti nello stesso mondo in cui stiamo scommettendo dei soldi su quale faccia cadrà verso l’alto.
Vi è in effetti un certo atteggiamento patafisico nella composizione noise[1], nella capacità di descrivere, immaginare e tracciare la virtualità sonica di un rumore; ma il rumorismo ha effettivamente contibuito continuamente all’esplorazione e la scienza musicale, spostandone continuamente i limiti e sottolineando come l’inaudibile è spesso soltanto un inascoltato.
Merzbow (Akita Masami) è probabilmente il più noto fra gli artisti noise, avendo contribuito alla causa con diversi dischi, progetti, studi e pubblicazioni; lavori come Pulse Demon e Venereology apparsi negli anni ’90 sono punti di riferimento per tutta una letteratura, sonica o letterale, che vuole definire e mostrare cosa può un rumore, oltre che invitarci a ripensare a cosa è un rumore.
Il mese scorso ho “scoperto” Merzbeat. E da allora lo ascolto almeno una volta al giorno.
[1] «La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità» A. Jarry

- Promotion Man
- Forgotten Land
- Shadow Barbarian
- Tadpole
- Looping Jane
- [silence]