“Merzbeat”_MERZBOW

by Giuseppe Molica

“The ultimate cotribution of sound art: to make audible the very promise of noise to deliver the unknowable” [B. LaBelle, Background Noise, perspective on sound art]

C’è una promessa insita nella cosiddetta noise music, una promessa rivoluzionaria, insorgente, di poter suonare tutto, o meglio tutt, nella nostra costituzione sonora.

La musica come “organizzazione di suoni”, idea sostenuta da Varese e rilanciata da Cage, è una favolosa definizione, che pone però ancora l’organizzatore in una dimensione altra, su un altro piano, rispetto appunto ai suoni; e quando i suoni sono materialmente i corpi di persone, animali, soggetti e soggettività, questo iato fra l’artista e il suo materiale diventa un invalicabile muro che, lungi dal secolarizzare finalmente la possibilità di fare musica, divide nettamente chi organizza e chi verrà organizzato.

Rimane qualcosa di inconoscibile all’organizzatore, che supporrà i suoni sempre a propria disposizione, e anche l’aleatorietà di un tiro di dadi può essere incastrata e decodificata in una significanza, se il tavolo è quello verde di un casinò. La necessità di organizzazione è sempre vera, ma solo per il croupier.

E se i dadi volessero anch’essi giocare? Dovremmo immaginare un mondo dadico in cui le percezioni, i desideri, i concetti stessi di gioco, organizzazione, composizione avvengono attraverso modi altri, non-umani eppure assolutamente presenti nello stesso mondo in cui stiamo scommettendo dei soldi su quale faccia cadrà verso l’alto.

Vi è in effetti un certo atteggiamento patafisico nella composizione noise[1], nella capacità di descrivere, immaginare e tracciare la virtualità sonica di un rumore; ma il rumorismo ha effettivamente contibuito continuamente all’esplorazione e la scienza musicale, spostandone continuamente i limiti e sottolineando come l’inaudibile è spesso soltanto un inascoltato.

Merzbow (Akita Masami) è probabilmente il più noto fra gli artisti noise, avendo contribuito alla causa con diversi dischi, progetti, studi e pubblicazioni; lavori come Pulse Demon e Venereology apparsi negli anni ’90 sono punti di riferimento per tutta una letteratura, sonica o letterale, che vuole definire e mostrare cosa può un rumore, oltre che invitarci a ripensare a cosa è un rumore.

Il mese scorso ho “scoperto” Merzbeat. E da allora lo ascolto almeno una volta al giorno.


[1] «La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità» A. Jarry

  1. Promotion Man
  2. Forgotten Land
  3. Shadow Barbarian
  4. Tadpole
  5. Looping Jane
  6. [silence]
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