Keny Arkana mi fu segnalata da un amico nel corso di una semplice conversazione:
“C’hai presente Keny Arkana?”
“Chi?”
“Keny Arkana, una rapper francese! Senti che bombe che tira fuori!”.
Dopo un primo ascolto, in cui rimasi letteralmente folgorato, decisi di approfondire questa splendida scoperta.
Ascoltando la sua musica, si viene subito conquistati dall’energia straripante della sua voce e delle basi che utilizza. Se abbinati ad un flow di valore indiscusso come il suo, il risultato è davvero strabiliante.
Nell’hip hop, non è un mistero, il contenuto dei testi deve essere sempre ascoltato a fondo, letto in tutte le sue molteplici sfaccettature. In questo caso, il francese non aiuta chi, come il sottoscritto, è totalmente sprovvisto di conoscenze linguistiche adeguate alla comprensione. Non conoscendo il francese, se non qualche sporadica parola e/o titoli di libri, occorreva uno studio certosino dei testi e dell’artista in generale.
Se il primo ascolto mi aveva impressionato senza capire una singola parola, quel che ho scoperto di li a poco mi ha lasciato letteralmente senza parole. Keny Arkana, marsigliese di origini argentine, non è una semplice rapper, definizione fin troppo riduttiva per una personalità come la sua.
La sua carriera ha origine nel 1996, ad appena 14 anni, quando ancora non aveva maturato un flow sufficientemente fluido e una tonalità di voce pienamente adulta. Nel corso degli anni, si avvicina sempre più agli ambienti della sinistra militante marsigliese. Nel 2004 fonda, assieme ad altri artisti e intellettuali, il movimento di disobbedienza civile La Rage du Peuple, finito sotto i riflettori mediatici a seguito dei violenti scontri del 2005 nelle banlieue marsigliesi, narrati successivamente dalla stessa Keny Arkana nella canzone La Rage. Il brano in questione diventa in poco tempo il manifesto delle rivolte francesi di quegli anni, ricordando quanto già avvenuto con Chacun de vous est concerné, canto intonato spontaneamente dagli studenti parigini durante i moti del ’68 e successivamente reinterpretato da Fabrizio De André in Canzone del Maggio.
Com’è facilmente intuibile da questo aneddoto, quella di Keny Arkana è una scrittura dura, arrabbiata col mondo e con tutte le ingiustizie sociali che lo attanagliano. I suoi testi sono volutamente ispirati dalla lotta al capitalismo, non tralasciando mai di sottolineare gli strascichi sociali che accompagnano necessariamente le politiche neoliberali. Marsiglia, città notoriamente attiva dal punto di vista militante, rappresenta una componente centrale delle sue produzioni. Infatti, la città offre all’artista franco-argentina l’opportunità di raccontare l’incontro tra culture diverse all’interno delle banlieue, incontro pressoché obbligato dalla ghettizzazione delle popolazioni provenienti dai territori coloniali. L’impegno militante di Keny Arkana parte proprio da qui, dalla volontà di collettivizzare la rabbia prodotta a partire dalla condizione comune a cui obbligano le banlieue. In altre parole, Keny Arkana è una compagna, inutile girarci attorno.
Tra gli innumerevoli album prodotti in quasi 25 anni di carriera, quello a cui mi sento più legato è Tout tourne autour du soleil, uscito nel 2012 e composto da ben 18 tracce.
Rispetto ai lavori precedenti, l’artista propone una concettualizzazione della rabbia probabilmente più matura, alternando alle consuete sassaiole contro le ingiustizie sociali, profonde riflessioni interiori e personali. Tra le tracce più interessanti dell’album troviamo Capitale de la Rupture, dal titolo volutamente sarcastico, con cui viene criticata l’altra faccia della medaglia della nomina di Marsiglia a Capitale della Cultura Europea per il 2013. In particolare, la canzone prende di mira i processi di gentrificazione che hanno provocato sgomberi e speculazioni ai danni dei residenti, costretti loro malgrado ad accettare la riduzione a bene di lusso della loro città, dissacrando così la tradizionale solidarietà multietnica dei sobborghi marsigliesi. Nell’album è presente anche una traccia dedicata agli Indignados, il movimento di protesta spagnolo che nel 2011 si schierò apertamente contro le politiche neoliberali per il superamento della crisi finanziaria. Questo aspetto, testimonia ulteriormente il fatto che la discografia di Keny Arkana può essere anche intesa come un’antologia musicata dei movimenti sociali degli ultimi trent’anni.
Oltre alle 18 tracce presenti nell’album, sono stati pubblicati anche i videoclip dei singoli Vie d’artiste, Gens Pressés, Capitale de la Rupture, Fille du vent e J’ai Osé. Se i testi di Keny Arkana sono delle autentiche esplosioni di energia, lo stesso si può dire delle performance dal vivo. Il video di J’ai Osé, in particolare, ripercorre varie tappe del tour europeo seguito alla pubblicazione dell’album, tra cui un memorabile concerto al Forte Prenestino di Roma e al TPO di Bologna. Nel video risalta immediatamente all’occhio l’intensità che caratterizza i suoi concerti, con intere platee scatenate nel pogo e nel contatto fisico, caratteristica non sempre scontata all’interno del panorama hip hop.
Nel complesso, Keny Arkana può essere tranquillamente definita come una delle massime espressioni dell’hip hop francese, un’autentica perla che gli amanti del rap politicamente impegnato non possono farsi mancare.

- Intro : Tout tourne autour du soleil
- Esprits libres
- Le Syndrome de l’exclu (feat. RPZ)
- Capitale de la rupture
- Entre les lignes #1 : Car nous sommes le monde
- Vie d’artiste
- Gens pressés
- Cynisme vous a tué ?
- Indignados
- Casse le schéma
- J’ai osé
- Entre les lignes #2 : 20.12
- Y a urgence !
- Le monde est notre reflet
- Cherche en toi
- Fille du vent
- Tout tourne autour du soleil
- Retour à la terre / Le Retour de l’enfant prodigue